Cos'è la cisti sinoviale del polso
Il ganglio cistico sinoviale del polso è una formazione benigna, generalmente di natura cistica, che si sviluppa a partire dalle strutture articolari o tendinee. Questa lesione è costituita da una capsula contenente un fluido viscoso, simile al liquido sinoviale, il quale è prodotto in eccesso a causa di una protrusione o degenerazione della membrana sinoviale. Sebbene possa formarsi in diverse articolazioni, il ganglio sinoviale è più frequentemente localizzato sul dorso del polso, ma può anche svilupparsi sul lato palmare o lungo i tendini flessori o estensori.
Dal punto di vista clinico, il ganglio si manifesta come una tumefazione liscia e di consistenza elastica, non aderente ai piani profondi. Le dimensioni possono variare e in alcuni casi il ganglio può essere asintomatico; tuttavia, può provocare dolore o fastidio, soprattutto durante i movimenti del polso o a seguito di traumi. In alcuni pazienti, può determinare una riduzione della mobilità articolare o una sensazione di compressione nei nervi circostanti, causando parestesie.
La diagnosi viene solitamente confermata tramite esame clinico e supportata dall'ecografia o dalla risonanza magnetica, che permettono di visualizzare con precisione la posizione, le dimensioni e il contenuto cistico della lesione.
Il trattamento varia a seconda della sintomatologia e delle dimensioni del ganglio. In casi asintomatici, può essere adottata una gestione conservativa con osservazione clinica. Nei casi più sintomatici o quando la lesione interferisce con la funzione del polso, si può ricorrere all'aspirazione del contenuto cistico o all'infiltrazione di corticosteroidi, anche se tali interventi sono associati a un alto tasso di recidiva. Nei casi più resistenti o recidivanti, si può considerare l'opzione chirurgica, che prevede l'escissione completa del ganglio, con buoni risultati a lungo termine.
Sintomi
Tumefazione: è spesso la manifestazione principale. Si presenta come una massa di consistenza elastica, di solito indolore, anche se la dimensione può variare nel tempo.
Dolore o fastidio: in alcuni casi, il paziente può avvertire dolore o una sensazione di pressione locale, specialmente durante il movimento del polso o quando si appoggia la mano.
Limitazione funzionale: la presenza del ganglio può interferire con il normale movimento del polso, provocando una riduzione della mobilità articolare, in particolare nei casi in cui la massa eserciti pressione sui nervi circostanti.
Parestesie o sensazioni anomale: se il ganglio comprime i nervi adiacenti, in particolare il nervo mediano o radiale, il paziente può riferire sensazioni di formicolio, intorpidimento o debolezza nella mano e nelle dita.
Quali pazienti ne soffrono?
Pazienti giovani e adulti giovani (15-40 anni)
Le cisti gangliari sono più comuni nelle persone giovani, soprattutto nel secondo e terzo decennio di vita, questo potrebbe essere dovuto all'aumento dell'attività fisica e alla sollecitazione biomeccanica delle articolazioni e dei tendini del polso in questa fascia d'età.
Sesso femminile
Le donne hanno una probabilità leggermente maggiore di sviluppare gangli cistici rispetto agli uomini, sebbene non vi sia una chiara spiegazione biologica di questo fenomeno che potrebbe essere correlato a differenze anatomiche o ormonali.
Pazienti con storia di microtraumi ripetuti o attività fisica intensa
Le attività che implicano movimenti ripetitivi o sforzi ripetuti a carico del polso possono favorire l'insorgenza del ganglio cistico. Questo include individui che praticano sport come tennis, sollevamento pesi o arrampicata, oppure coloro che svolgono lavori manuali che comportano movimenti ripetitivi del polso (es. operai, musicisti, dattilografi).
Pazienti con patologie articolari pregresse
Coloro che hanno sofferto di lesioni o traumi al polso, come fratture, distorsioni o lussazioni, sono a maggior rischio di sviluppare un ganglio cistico. Questi traumi possono causare una debolezza della capsula articolare o un'alterazione della biomeccanica articolare, predisponendo alla formazione di cisti.
Pazienti con condizioni di instabilità articolare
L'instabilità dell'articolazione radiocarpale o mediocarpale, che può essere causata da anomalie anatomiche congenite o acquisite, può contribuire alla formazione di cisti gangliari. L'instabilità articolare può provocare un aumento del carico meccanico sulla capsula articolare e sui tendini, favorendo la fuoriuscita di liquido sinoviale.
Pazienti con malattie infiammatorie articolari
Sebbene meno frequente, i pazienti con malattie infiammatorie articolari, come l'artrite reumatoide, possono essere predisposti alla formazione di gangli cistici a causa dell'infiammazione cronica delle strutture articolari e dei tendini.
Pazienti con predisposizione genetica
In alcuni casi, esiste una componente familiare, suggerendo una predisposizione genetica allo sviluppo delle cisti gangliari. Tuttavia, l'eziologia genetica non è ancora del tutto chiarita.
Pazienti con usura cronica delle articolazioni
L'artrosi del polso e delle articolazioni vicine può essere un fattore di rischio per lo sviluppo di cisti gangliari, in quanto la degenerazione della cartilagine e delle strutture capsulari può facilitare la formazione di una cisti.
Fattori di rischio
Traumi o microtraumi ripetuti: lesioni o stress ripetuti all’articolazione del polso possono contribuire alla formazione del ganglio, poiché aumentano il rischio di rotture o debolezza della capsula articolare.
Sovraccarico funzionale: attività che comportano movimenti ripetitivi del polso, come lavori manuali intensivi o sport specifici (tennis, sollevamento pesi), aumentano il rischio di sviluppare un ganglio.
Artrite articolare: la presenza di condizioni infiammatorie o degenerative come l'osteoartrite può predisporre alla formazione di queste cisti, soprattutto nelle articolazioni già compromesse.
Età e sesso: il ganglio cistico è più comune nei giovani adulti, soprattutto tra i 20 e i 40 anni, e colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini.
Trattamenti e cure
Trattamenti conservativi
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Osservazione: molte cisti gangliari sono asintomatiche e non richiedono trattamenti. Possono ridursi spontaneamente o rimanere stabili nel tempo.
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Immobilizzazione: l'uso di un tutore o di un'ortesi per ridurre il movimento dell'articolazione può alleviare i sintomi e diminuire le dimensioni della cisti. Tuttavia, la completa risoluzione è rara con questa sola misura.
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Fisioterapia: può essere utile nel recupero post-chirurgico o dopo trattamenti invasivi per migliorare la mobilità del polso e ridurre la rigidità.
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Agopuntura o terapia manuale: possono essere utilizzate per il controllo del dolore in alcuni pazienti, ma non hanno un ruolo diretto nella risoluzione della cisti.
Trattamenti farmacologici
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Antinfiammatori non steroidei (FANS): possono essere utilizzati per alleviare il dolore e ridurre l'infiammazione, soprattutto nei casi in cui la cisti irrita le strutture circostanti.
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Iniezioni di corticosteroidi: possono essere effettuate in casi selezionati, in particolare dopo un'aspirazione, per ridurre l'infiammazione locale e prevenire la recidiva.
Trattamenti Ecointerventistici
L'ecointerventistica gioca un ruolo importante nel trattamento minimamente invasivo del ganglio cistico del polso. Grazie alla guida ecografica, è possibile localizzare con precisione la cisti e trattarla in modo efficace e sicuro.
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Aspirazione ecoguidata: mediante guida ecografica, un ago viene inserito all'interno della cisti per aspirarne il contenuto. Questa procedura può ridurre la pressione locale e migliorare i sintomi, ma vi è un rischio di recidiva per ovviare al quale si procede con l'infiltrazione di cortisone.
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Iniezione ecoguidata di corticosteroidi: subito dopo l'aspirazione del liquido infiammato, si procede all'iniezione di cortisone per ridurre il rischio di recidiva. La guida ecografica garantisce che il farmaco sia iniettato precisamente all'interno della cavità cistica.
Chirurgia
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Escissione chirurgica: la cisti viene rimossa completamente, con tecnica a cielo aperto o artroscopica, insieme a parte della capsula articolare o della guaina tendinea da cui origina, per ridurre il rischio di recidiva.
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Chirurgia artroscopica: approccio minimamente invasivo che consente di rimuovere la cisti attraverso piccoli accessi, con un decorso post-operatorio generalmente più rapido rispetto all'intervento tradizionale..
Come si cura il ganglio cistico sinoviale
con l'eco interventistica
L'ecografia è uno strumento fondamentale per la diagnosi e la gestione del ganglio cistico. Permette di confermare la natura cistica della lesione, di escludere altre patologie (come tumori solidi) e di localizzare esattamente il ganglio, valutando anche le sue dimensioni e la relazione con le strutture circostanti, come tendini, nervi e vasi sanguigni.
Dopo aver accuratamente disinfettato l'area di trattamento, e anestetizzato localmente la parte interessata, il medico utilizza l'ecografo per guidare con precisione l'inserimento di un ago sottile nel ganglio cistico. L'ecografia assicura che l'ago entri direttamente nella cavità del ganglio, riducendo al minimo il rischio di danneggiare le strutture circostanti. Una volta inserito l'ago, si procede con la centesi, ovvero l'aspirazione del contenuto del ganglio. Il liquido aspirato è tipicamente trasparente o giallastro, simile al liquido sinoviale, e può variare in viscosità a seconda della consistenza del contenuto cistico.
Dopo l'aspirazione del contenuto del ganglio, si procede con l'iniezione di un corticosteroide direttamente nella cavità cistica svuotata. L'uso del corticosteroide ha lo scopo di ridurre l'infiammazione locale e inibire la produzione di nuovo liquido sinoviale, riducendo così il rischio di recidiva del ganglio. I corticosteroidi utilizzati possono essere a lunga durata d'azione (ad esempio, triamcinolone), che permettono di prolungare l'effetto antinfiammatorio nell'area trattata. L'infiltrazione sotto guida ecografica garantisce la corretta distribuzione del farmaco all'interno del ganglio e riduce il rischio di infiltrare erroneamente altre strutture.
Dopo la procedura, il paziente viene solitamente monitorato per un breve periodo per assicurarsi che non ci siano complicazioni immediate. La procedura è generalmente ben tollerata e non richiede anestesia generale; può essere eseguita con anestesia locale.
Si consiglia al paziente di limitare l'uso eccessivo dell'articolazione coinvolta per qualche giorno, per dare il tempo al corticosteroide di agire e ridurre la possibilità di una rapida recidiva del ganglio. In alcuni casi, potrebbe essere necessario un secondo trattamento se la cisti si riforma o non risponde completamente alla prima procedura.
Centesi e infiltrazione con cortisone
Tecnica e terapia
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La terapia è percutanea, cioè con un ago, si tratta di svuotare il ganglio con tecnica di precisione ecoguidata.
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A seguire si esegue infiltrazione, condotta in precisione e sicurezza, con cortisone in sede intracistica.
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L’intervento percutaneo ecoguidato ha una durata di circa 30 minuti.
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Si raccomanda l’astensione da sforzi o movimenti stressanti il polso per 2-3 giorni.
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Infine il controllo clinico ed ecografico dopo 1 settimana.